25 Marzo 1675: Il miracolo delle stelle

Un re­ligioso del convento piamente pregava dinanzi all’altare di Maria, quando, alzando gli occhi verso l’immagine, vide sotto la lividura della guancia risplendere una luce color d’oro e tutto intorno sfavillare numerose e piccole stelle. Ri­tenendo che fosse un’allucinazione chiamò il sacrestano, e senza prevenirlo, l’invitò a guardare l’immagine. Questi, colmo di meraviglia, confermò la visione della luce e delle stelle e corse a chiamare il priore, in quel tempo padre Ros­sella. Accompagnato da altri due frati all’altare della Vergine, il superiore constatò il miracolo. Il mattino dopo all’alba, il vescovo di Nola, monsignor Filippo Cesarino, avvisato dal prio­re del convento, si recò a visitare la sacra im­magine. Osservò lungamente le stelle e, com­mosso, volle che immediatamente anche il suo vicario osservasse e attestasse quel prodigio. Ordinò ai padri di divulgare la notizia e di non porre ostacoli alla gioia e al fervore dei fedeli e, appena ritornato a Nola, comandò che per tut­ta la diocesi s’istituissero pubbliche processioni di ringraziamento. Il viceré del tempo, Antonio Alvarez Marche­se D’Astorga, accorse anche lui al santuario, e confermando l’ordine del vescovo di Nola, co­mandò che per mano di un pubblico notaio ve­nisse redatto un documento riguardante l’acca­duto, da inviare poi al re di Spagna, assieme a una riproduzione dipinta del miracolo stesso. Dopo il viceré vennero e constatarono il prodi­gio il cardinale Orsini (più tardi papa Benedet­to XIII), l’inquisitore di Napoli e i consultori del Sant’Uffizio vaticano. Il 26 aprile, quindi circa un mese dopo (il che significa che tale prodigio durò molto tem­po), il notaio Carlo Scalpato da Nola redasse l’at­to ufficiale in presenza e con la testimonianza di moltissime persone autorevoli, religiose e civili, tra le quali troviamo il nunzio della Santa Sede presso il Regno di Napoli, monsignor Marco Vicentino, vescovo di Foligno; il vescovo di Nola Filippo Cesarino; il vicario generale della dio­cesi, Giovanbattista Fallecchia; il duca Fabri­zio Capece Piscicelli del Sedil Capuano e suo fratello Girolamo; don Nicola Capecelatro; il resi­dente del duca di Toscana presso la corte di Na­poli, don Santolo di Maria, e il giudice del luo­go dottor Onofrio Portelli.