Il Santuario della Madonna Dell’Arco: Architettura ed arte

Progettista del nuovo Santuario fu Giovan Cola di Franco, un affermato architetto che diresse anche i lavori di Santa Maria La Nova e intervenne in San Gregorio Armeno, Santa Maria della Vita e nella costruzione della Cappella di San Gennaro, tutti splendidi monumenti sacri di Napoli. La forma del tempio è a croce latina con ampia abside in cui successivamente venne collocato un grande coro monastico in noce intagliato. Il complesso monumentale rispecchia sia all’interno sia all’esterno i caratteri architettonici del tempo in cui sorse: oggetti e cornici in pietra vesuviana o in pietra grigia con fondali bianchi, in piacevole armonia. Nell’interno le cappelle laterali erano, secondo il gusto del nuovo secolo, in stile barocco con altari in marmo e tele di buona fattura, prevalentemente del pittore napoletano Antonio Sarnelli, con soggetti di santi domenicani. Nel 1948 le cappelle furono abolite per creare due piccole navate laterali per il più facile deflusso dei fedeli, sempre in aumento. Gli altari, con le ringhiere in ferro e ottone che separavano le cappelle dalla navata centrale, furono ottimamente utilizzati altrove nell’ambito del santuario. Le tele rimasero invece al loro posto. Nello stesso tempo furono aperte altre due porte sulla facciata, in corrispondenza delle due nuove navate. Tutte e tre gli ingressi delle attuali tre navate in occasione del 4° centenario della fondazione del Santuario e dell’arrivo dei domenicani (1993-94) sono state arricchite con artistiche porte di bronzo realizzate dallo scultore francescano P. Tarcisio Musto. Nel 1853 alla torre campanaria furono aggiunti due piani, con poco rispetto del complesso architettonico. Nel mezzo del transetto, in asse con la slanciata cupola, sorge il tempietto che custodisce l’antica edicola campestre con l’immagine affrescata della Madonna dell’Arco, commissionato nel 1621 al maggiore architetto del Regno, Bartolomeo Picchiatti. Otto colonne di broccato di Spagna reggono una ricca cimasa di marmo bianco con cornice. Marmi policromi adornano i pilastri portanti. La parte terminale è in legno dipinto. L’edicola con l’affresco è racchiusa in finissimi marmi intarsiati con un altare sottostante il cui paliotto è un capolavoro di intarsio di pietre dure in stile fiorentino. Per realizzare questo artistico gioiello l’architetto Picchiatti si avvalse dei famosi scultori carraresi Vitale e Giuliano Finelli. Nella crociera, a sinistra guardando il tempietto, vi è l’altare del Crocifisso con una preziosa scultura lignea della fine del ‘600 posta su un ‘affresco rappresentante la Madre di Gesù e Giovanni l’Apostolo ai piedi della Croce.. A destra della crociera si trova l’altare con una tela raffigurante s. Domenico che riceve il Rosario dalla Beata Vergine Maria. Su questo lato si apre la cappella settecentesca con soffitto affrescato e, tra le altre, due tele di Luca Giordano. Oggi questa è la cappella del Santissimo Sacramento custodito in un prezioso tabernacolo. Dietro il tempietto all’ingresso dell’abside è posta l’altare maggiore di pregevolissima fattura settecentesca. Anche la sacrestia risulta preziosa non solo architettonicamente ma anche perché arredata con armadi del ‘600 e con una grande tela di Tommaso d’Alessandro di Ortona.